Chi ha mai visto in Ticino una donna col burqa?

Share

burqa-svizzeraNel settembre del 2013 il Canton Ticino – attraverso un referendum –  stabilisce l’emanazione di una legge per vietare il burqa, ma… ditemi la verità: «Chi ha mai visto in Ticino una donna col burqa?».

Era questo il titolo di un gruppo nato su Facebook prima dell’approvazione della legge. A tutt’oggi – a quanto ne sappiamo – nel momento in cui l’emanazione della legge è stata stabilita c’era in tutto il Ticino una sola donna che, ovviamente, non indossava il burqa ma  il niqab.

L’intero cantone si era quindi scomodato a fare una legge per vietare ad una sola persona la libertà di… essere se stessa!

E’ curioso che ci si affanni così tanto per negare i diritti di minoranze talmente sparute da essere pressoché pari a zero.

Perchè tutto questo polverone per una sola donna?

Con la legge ticinese anti-burqa votata direttamente dal popolo la Costituzione cantonale inserirà un articolo con cui si vieterà “di nascondere il volto nei luoghi pubblici e in quelli aperti al pubblico”.

“Nessuno può dissimulare o nascondere il proprio viso nelle vie pubbliche e nei luoghi aperti al pubblico (ad eccezione dei luoghi di culto) o destinati ad offrire un servizio pubblico”.

Come dire: “Sii te stessa solo dentro casa tua (ma a casa propria le donne musulmane non si velano, si sa!), quando esci ti obblighiamo a nascondere quello che sei e diventare per forza come siamo noi. Non vogliamo vederti. Ci dà fastidio sapere che esisti. Scompari!”.

“Nessuno può obbligare una persona a dissimulare il viso in ragione del suo sesso”.

Ma il popolo svizzero può obbligare una donna a spogliarsi di quello che è, a vivere come non vuole, ad apparire come essi le impongono di apparire e non come ella sente di voler apparire.

Nessuno può obbligare una donna a coprirsi, ma chiunque può obbligare una donna a scegliere se svelarsi o chiudersi in casa per sempre.

Grazie Democratica Svizzera!

Note al margine: Come funzionano i referendum in Svizzera
Il referendum in Svizzera è stato istituito nel 1848 e può essere richiesto con 50 mila firme per modificare ogni progetto di legge o decreto adottato dall’Assemblea Federale (il parlamento). Dal 1891 è stato introdotto il diritto di iniziativa popolare che prevede la possibilità di sottoporre al voto la modifica di una legge costituzionale (servono 100mila firme). Il voto referendario è molto diverso da quello italiano. Non c’è quorum e le decisioni vengono prese su un piano molto concreto, si aggiunge un articolo o lo si modifica e potenzialmente può riguardare tutto (tranne il bilancio federale). I cittadini ricevono a casa un libretto di spiegazioni del Consiglio Federale (nella lingua preferita) dove sono elencate le ragioni dei promotori con il testo di legge, la posizione del parlamento (con tanto di esito del voto dettagliato), quella del governo e l’eventuale controproposta. Una decina di pagine che danno la possibilità di capire con chiarezza e trasparenza cosa si andrà a votare. Ovviamente ognuno voterà tenendo conto delle proprie priorità e dei propri gusti estetici. In Ticino solo una degli abitanti indossa il niqab, gli altri 336.942 invece non lo portano ma imporranno a quell’unica abitante di toglierlo, mentre l’abitante in niqab non ha mai chiesto che venga imposto il niqab a tutti gli altri.

A volte, agli occidentali, sarebbe molto utile rivedere sul dizionario la definizione di “integralismo”.

 

www.niqab.it