“Siamo in guerra, certo una guerra non convenzionale ma pur sempre una guerra” e ci potrebbero “essere delle repliche”. E’ questo ciò che ha detto il premier francese, Manuel Valls, subito dopo la strage di Nizza, avvenuta poco meno di una settimana fa ad opera di un francese di origine tunisina e che ha causato 84 morti e vari feriti.
Si è subito parlato di “terrorismo islamico”, prima ancora delle indagini c’erano le origini arabe dell’attentatore a costituire la prova evidente che ci si trovasse di fronte ad un caso di “terrorismo islamico”, appunto. In più in rete girava la rivendicazione ufficiale dell’Isis:
“L’autore è uno dei soldati dello Stato islamico. Ha condotto questa operazione in risposta agli appelli a colpire la popolazione degli Stati della coalizione che combatte lo Stato islamico”, salvo poi scoprire successivamente che si era trattato di una bufala, una di quelle che spesso girano su Facebook dopo questo tipo di stragi.
Purtroppo sui giornali italiani e nelle Agenzie di stampa, salvo rare eccezioni, nessuna smentita e si continua a sostenere che questo francese di origini arabe che amava la palestra, la salsa, alcool, droghe e donne sarebbe un “soldato” del’Isis.
Invece pare fosse “un depresso cronico. Un uomo divorato dai debiti, fallito in tutto ciò che per un uomo conta, la famiglia, il lavoro” (Montanaro).
E proprio come è successo altre volte, ecco che anche in questo frangente è ripartito il solito teatrino della politica nazionale con i politici che dicono ai musulmani che devono “dissociarsi” e nuovi “rappresentanti dei musulmani”, che compaiono dal nulla e si dissociano a nome di tutti in un modo tutto loro e cercano di ritagliarsi a gomitate un posto in politica, che – credono – debba spettar loro solo perché arabi o solo perché musulmani.
Chi ha un minimo di scienza islamica intanto si dissocia non perché lo chiedano i politici, ma perché è obbligo del musulmano chiarire come stanno veramente le cose:
«Di certo l’islam e i veri musulmani non hanno niente a che fare con questa gente e sono innocenti di quello che fanno (come attentati, uccisioni etc.) e se ne dissociano completamente» cit..
Che si tratti di “terroristi” o di assassini folli.
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