E’ più duro digiunare o indossare un niqab?

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“Povere donne costrette ad indossare il niqab!”
E’ la solita frase che spesso sentiamo sui media.

Ma un niqab è solo qualche centimetro di leggerissima stoffa fatta scendere sul viso.
In realtà ci sono precetti ben più duri del niqab che i musulmani – uomini e donne – compiono felicemente, con immenso piacere.

Un musulmano, per tutta la vita, si alza prima dell’alba – a notte fonda – per pregare e prega per 5 volte al giorno, per tutta la vita, senza battere ciglio.

Poi arriva il mese di Ramadan e per un mese intero nelle ore diurne non mangia e non beve. Quest’anno in Italia abbiamo intorno alle 18-19 ore di digiuno e ci sono paesi europei in cui le ore di digiuno saranno più di venti.

Sono persone libere, questi digiunanti, persone che risiedono in varie parti del mondo. Un miliardo e mezzo di persone, sparse per il mondo, che si astiene dal bere e dal mangiare e veglia la notte in preghiera! Certo non  lo fanno perché lo impone uno Stato o un padre padrone, ma in tutta convinzione, perché il musulmano ha scelto l’islam e lo conferma ogni giorno, con amore e consapevolezza.

E l’islam è questo: fare, oltre che credere.

Un miliardo e mezzo di persone potrebbe rinunciare all’islam. Se è così duro e terribile, come mai non lasciano? E invece no: i musulmani nel mondo sono in continuo aumento! Come mai?

Chi sceglie l’islam parte dall’idea che ognuno di noi vive esclusivamente per l’adorazione di Dio. Un musulmano sa che dovrebbe fare della propria vita un atto di adorazione totale. Un musulmano sa di doversi dare completamente alla sua religione, senza se e senza ma.

E il niqab fa parte di questo consacrarsi alla religione, è un atto di adorazione come tutti gli altri, niente di più.

Il profeta dell’islam, che la pace e la benedizione di Allah siano su di lui, ha detto in un detto autentico: “La fede ha 60 vie” e gli atti di adorazione che si compiono sono parte di queste vie. Ognuno di noi ha difficoltà in qualcuna di queste vie e anche se il musulmano non riesce a percorrerle tutte, deve comunque sforzarsi di percorrerne quante più possibili: preghiere, ricordo, invocazioni, comportamento, vestiario… tutto ciò che si fa con un’intenzione pura, e cioè solo per Dio, sarà ricompensato con le migliori ricompense in questa vita e nell’altra. Il musulmano ne è certo.

E il fatto che i musulmani amino così tanto Ramadan è la prova della sincerità della loro fede, è la prova del fatto che questi precetti – che chi non è musulmano vede come terribili castighi terreni – sono invece in realtà la porta della pace e della serenità… Provare, per credere… Anzi… credere per provare! Infatti le stesse azioni fatte senza fede non hanno alcun senso, è normale che chi non è musulmano le percepisca come torture.

Non si diventa musulmani indossando un velo o digiunando un mese, ma si diventa musulmani attestando – non solo con la lingua – che Non c’è nessun Dio degno di essere adorato se non Allah e che Muhammed è l’inviato di Allah. E chi non riesce ad indossare il velo o non digiuna o non va in moschea resta comunque musulmano, fino a quando resta nel suo cuore una soglia minima di fede che crescere con il crescere degli atti di adorazione e diminuisce compiendo peccati.

Ecco perché a Ramadan il livello di fede è per forza di cose più alto per tutti: si digiuna, si prega di più, si legge il Corano, si fanno le elemosine e queste son tutte azioni che avvicinano il cuore del credente ala fede: in questo mese la gente ritorna ad Allah e si ricarica con una carica di fede talmente tanto forte che gli basta poi per affrontare tutto il resto dell’anno. Ed è per questo che, nonostante le difficoltà, un miliardo e mezzo di persone nel mondo, o forse più, continua ad essere felicemente e fieramente musulmano e che Allah accetti da tutti noi, sollevi i nostri paesi e salvi la nostra comunità.

Redazione www.niqab.it