Ticino: una legge forte contro una donna sola

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burqa-ticinoIn Ticino il responso del referendum anti-burqa da pochi giorni è diventato legge.
Finalmente l’unica donna musulmana residente in Ticino che indossa il niqab (e non il burqa) è stata condannata agli arresti domiciliari: che Allah le dia la salute, ché se dovesse ammalarsi e aver bisogno di andare dal dottore, sarà costretta a pagare una multa che può arrivare fino  a 10.000 franchi, quasi 9800 euro.

Si tratta comunque di una legge assolutamente democratica ed egualitaria: dovranno infatti pagarla anche le turiste straniere nel caso in cui indossino il niqab.

Molto coraggiosamente i ticinesi, pur di applicare quello che il referendum popolare aveva deciso contro le sorti di una sola residente,  hanno messo mano alla Costituzione cantonale.

Rachid Nekkaz, il politico algerino che ha pagato più di 600 multe per “reato di niqab” in Francia, ora promette di pagare anche tutte le multe in Ticino. Ecco il comunicato:

Martedì 24/11/15. L’imprenditore franco-algerino Rachid Nekkaz ha ribadito oggi, martedì, che è disposto a pagare tutte le multe che le autorità ticinesi infliggeranno alle donne che indossano il burqa, così come ha già fatto in paesi in cui un divieto simile è già stato introdotto, come in Belgio, Francia e Olanda.
“Due anni fa sono stato a Ginevra e a Locarno e mi sono impegnato pubblicamente a pagare le multe al posto delle donne sanzionate perchè portano volontariamente il velo”, ha dichiarato ai nostri microfoni all’indomani dell’approvazione in Gran Consiglio della legge contro la dissimulazione del volto.
“Dal 2010 tutto il mondo musulmano sa che pago le multe (in quell’anno ha messo a disposizione un fondo di un milione di euro con questo scopo), ho un sito internet con il mio nome e quindi è facile contattarmi”, ha concluso spiegando come le donne eventualmente multate potranno farsi pagare l’ammenda. RG/ads

Ovviamente le nuove norme prevedono che venga punito con una multa sia chi “dissimula o copre il volto su area pubblica”, sia chi “obbliga, costringe o induce in altro modo altri a dissimulare o coprire il viso” e si parla di “reintegrare” nella società le ex-niqabate e cioè la nostra sorella Lamia (l’unica donna residente in Ticino che indossa il niqab) che, costretta al viso scoperto e a mostrarsi per ciò che NON è, sarà finalmente accettata dal “popolo”.

La democrazia sarebbe quindi “accettare l’altro” negandogli la libertà di essere se stesso? Allora, benvenuta democrazia svizzera!

Leggi anche: Chi ha mai visto in Ticino una donna col burqa?

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2 Comments on Ticino: una legge forte contro una donna sola

  1. La Svizzera è il Paese più demcratico del mondo.
    La sicurezza pubblica non può certo essere messa in pericolo dalle Religioni, da qualsiasi religione.
    Dentro casa ognuno può indossare ciò che vuole. In lughi pubblici e in luoghi aperti al pubblico la ricnoscibilità del soggetto è un cardine centrale della democrazia e della sicurezza di una Nazione.
    Basti prensare che, se una persona non è riconoscibile in luogo pubblico, le Forse dell’Ordine non riusciurebbero ad esguire nessun arresto, data l’impossibilità di riconosciimento.

    • E la carta di identità? Guarda che chi indossa il niqab è soggetto a controlli e riconoscimenti dappertutto, e la democrazia si fonda sul concetto che tutti sono uguali qualsiasi cosa indossino, infatti non sono ancora stati vietati nè Halloween nè Carnevale, nè di andare in giro con una sciarpa sulla faccia quando fa freddo. Perchè solo il niqab delle musulmane? Allora, ovvio, è un provvedimento contro una minoranza religiosa… non contro la copertura del volto in generale. Quindi questa è la democrazia? Bene, allora se siamo tutti uguali, vietino anche il carnevale e gli sciarponi sul viso e anche il make up e la chirurgia plastica.

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