Il niqab fa parte dell’islam?

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niqab-mogli-sh-albani[…] Nell’islam, tutto quello che il musulmano fa, è “classificabile” secondo le famose cinque “categorie”:

  1. l’ “obbligo” (fard, wagib): quello che Allah ci ha ordinato di fare: comporta una ricompensa se fatto e un castigo se tralasciato senza motivi validi.
  2. il “consigliato” (mustahabb, mandub) : comporta una ricompensa se viene fatto, ma non comporta nessun castigo se non viene fatto.
  3. il “permesso” (mubah): non comporta ne castigo ne ricompensa.
  4. lo “sconsigliato” (makruh): comporta una ricompensa se viene tralasciato, ma non comporta un castigo se viene fatto.
  5. il “divieto” (haram): comporta un castigo se viene fatto e una ricompensa se viene tralasciato.

Ricorderei inoltre che, alcune volte, lo stesso atto, può passare da una categoria ad un’altra, a seconda delle “circostanze”.

Ora, cosa significa la parola “niqab”?

C’è mai stata una divergenza tra i sapienti musulmani sul “niqab”?

Qual’è la sua “collocazione” nelle cinque categorie sopraccitate?

Proverò insciallah a riportare quello che gli specialisti dicono, citando alcuni nomi fra i più illustri del nostro tempo, ma, per molti motivi, non mi dilungherò tanto… non citerò le fonti perché sono tutte in arabo […].

Iniziamo con le definizioni:

Cosa significa la parola “niqab”

Il niqab: è un “indumento” con il quale si copre il viso, le parole arabe più vicine a questa parola, sono: “burqa'”, “mi’jar”, “qina'”, tutte queste parole, o comunque parole della stessa radice (come per esempio: ‘jar invece di mi’jar), sono state usate, e si usano tutt’ora nelle società musulmane per indicare il medesimo indumento.

Il hijab: (velo) invece, indica lo strumento (la porta, il muro,..ecc) o l’indumento tramite il quale la donna musulmana mette in atto l’ordine di Allah di coprirsi adeguatamente in presenza di persone non maharim (ovvero: uomini che possono –anche solo teoricamente- esserle sposi).

Il gilbab: è un indumento che copre la donna musulmana dalla testa ai piedi, le parole arabe che rendono lo stesso significato sono: “rida'”, “milhafah”, “mula’ah”, “izar”.

Il khimar: l’indumento che copre il capo, o il capo e parte del viso.

La divergenza

Tra i sapienti non c’è mai stata divergenza sul “niqab” come indumento, per il semplice fatto che questa parola, con il suo attuale significato si trova in un famoso detto autentico del profeta –salla allahu ‘aleihi wa sallem.

…Nessun musulmano -con un minimo di sapere- si sognerebbe quindi di rifiutare questo hadith, figuriamoci i sapienti!

La divergenza che c’è invece, riguarda lo “status” del viso e delle mani della donna: essi sono “‘awrah” (e quindi devono essere coperti in presenza dei non maharim) o non lo sono? Essi sono ‘awrah in assoluto o c’è qualche eccezione?

La divergenza poi, non è totale, ovvero, c’è consenso (ijma’) fin da sempre che nell’atto dell’adorazione “salat” (preghiera rituale giornaliera), il viso e le mani non sono ‘awrah, e quindi possono rimanere scoperti.

Alcuni sapienti estendono questo al resto dei momenti della vita, al di fuori della “salat”; altri invece sostengono che c’è differenza tra il momento della “salat” e i momenti al di fuori di essa.

Nei secoli, questa divergenza, non è mai stata “rilevante” per il fatto che è sempre stata solo “teorica”, infatti, le donne musulmane uscivano sempre con il volto coperto, e questo per molti secoli, fino all’arrivo del virus del femminismo nel mondo musulmano, diffuso dai colonizzatori occidentali agli inzi del secolo scorso; … quello che spesso non viene detto è che nella prima delegazione di rappresentanza del femminismo “islamico” (!) in Europa, c’erano delle musulmane con il niqab! .. dopo di che, altre “femministe” nel mondo arabo musulmano dicevano che l'”emancipazione” (!) della donna doveva avvenire col togliersi il “niqab”! Ora le loro nipoti dicono che bisogna togliersi il velo per permettere alla pelle di respirare l’aria della libertà (!), e che al mare il costume da bagno si può anche mettere (basta che sia “islamico”, no?).. wallahu _lmusta’an…

I miei coetanei arabi, e i musulmani in genere, in tutto il mondo islamico, si ricordano benissimo come uscivano “coperte” le loro mamme (e come escono tutt’ora), e rassicuratevi che non provengo da un villaggio sperduto in Afganistan (con tutto il rispetto per i villaggi sperduti : ) ), .. e non era niente di “importato”, .. coprirsi il viso era –ed è- di casa!

La “rinuncia” al hijab in generale e al niqab in particolare nelle società islamiche, se di “rinuncia” si deve parlare, è dovuta a molti motivi, quello più diretto è sicuramente il colonialismo occidentale, poi i mezzi di distruzione di massa: i mass media.

Il compito di “civilizzare i barbari” ha due fasi: la prima è quella di svuotarli dalla loro arretratezza, inciviltà, cultura,.. e questo avviene con l'”intervento militare”: il colonialismo vieta o comunque prova di vietare le istituzioni di istruzione che trova (moschee, scuole,..), poi “propone” (!) le sue, ovviamente con la forza, quella bruta o quella “dolce” (avete mai visto un soldato americano dare le caramelle ai bimbi iracheni la mattina dopo aver violentato i loro papà??!) ed ad una minima parte della popolazione, quella che formerà in linea di massa la parte dirigente indigena del paese.. questo è stato più o meno lo scenario nei paesi musulmani colonizzati nello scorso secolo..

L’avvento della televisione è stato determinante nella fase di “riempimento” dei barbari con la “civiltà” .. ed è stata veramente un’arma micidiale! ..

Ma nonostante questo, i sapienti continuavano ad insegnare l’islam alla gente semplice, e questa gente continuava semplicemente a rimanere se stessa: musulmana!.. fa niente poi se le femministe “islamiche” non vogliono guardare la gente semplice, non vogliono ascoltare i sapienti, non vogliono aprire i libri di storia (a meno che lo scrittore non sia un onestissimo “arabista” o un illuminato arabo che canta fieramente: boooorn in the USA..).. fa niente che esistano queste femministe.. anzi è meglio che esistano, così almeno mi rendo conto della ennesima ni’ma (dono) di dio e lo ringrazio infinitamente di non farne parte!..

Nell’ultimo mezzo secolo, c’è stato un inaspettato ritorno folgorante al niqab, la cui onda è arrivata fino in occidente, gli scontenti sono tanti, ma i contenti sono moltissimi!.. e la polemica continua…

Torniamo, dopo questo break storico, al nostro argomento, devo precisare che la divergenza in questo preciso caso, nasce dall’interpretazione dei versetti e dei hadith che riguardano il hijab, converrete con me che non è facile presentarvi le prove degli uni e degli altri su un blog, sono stati scritti libri interi sull’argomento.

C’è da dire comunque che coloro che non riconoscono l’obbligo del coprirsi il viso assicurano che esso sia mustahabb (consigliato), e qualora si teme che la donna che non si copre il volto viene trattata male per strada (perché la gente del posto è maleducata,..ecc), allora diventa un obbligo coprirsi.

Bisogna sapere anche, che quando c’è divergenza, la verità non può essere da tutte e due le parti, quindi coprirsi il viso o è mustahabb, o è fard, ma non può essere sia uno che l’altro!

Il sapiente contemporaneo più rappresentativo di questa opinione è sheikh El Albani (1914-1999) –che allah abbia pietà della sua anima- illustre sapiente di scienze del hadith, egli dedicò molte pagine del suo celeberrimo libro “il gilbab della donna musulmana” per rispondere al non meno noto sapiente del hadith il cheikh El Tuaijiri (1913-1991) –che allah abbia pietà della sua anima- che ha scritto : “la spada alzata sulla gente del tabarruj e del volto scoperto” (la spada del titolo è metaforica: rappresenta la scienza :)), libro nel quale presenta le prove sulla sua opinione.

niqab-mogli-sh-albaniL’aneddoto è il fatto che le donne della famiglia del cheikh El Albani (la moglie e le figlie) portavano il niqab  : ) .

Io personalmente, non conosco sapienti contemporanei del calibro del cheikh El Albani che concordano con lui su questo argomento, ma non pretendo che questa mia ignoranza ne escluda l’esistenza.

Alcuni sapienti che concordano con l’opinione del cheikh El Tuaijiri sono più che noti: il cheikh Ibn Baz (1912-1999), il cheikh Ibn El ‘Utheimin (1929-2001), il cheikh El Shenqiti (1905-1974) , il cheikh El Mubarakfuri (1943-2006) –che allah abbia pietà delle loro anime-, il cheikh El Fawzan, il cheikh El Jaza’iri.

Qualcuno, a questo punto, potrebbe dire: “visto che c’è divergenza tra sommi sapienti, io mi scelgo l’opinione che più fa per me!” .. non c’è cosa più sbagliata! .. perché ricordatevi che stiamo parlando della religione di Dio! Il bene assoluto!.. non dobbiamo plasmare la religione secondo le nostre esigenze, non dobbiamo trattarla come una stoffa: pregiata, sì, ma il taglio-cucito lo faccio io!.. Dio sa quello che abbiamo nei cuori! Ed è su quello, insieme alle opere, che saremo giudicati!

La scelta invece, va fatta in base alla convinzione che lo studio delle prove delle due categorie produce nel cuore, ma prima dello studio di queste prove, bisogna svuotarsi da qualsiasi interesse personale o idea preconcetta, riconoscere con umiltà nei confronti di dio la propria ignoranza, chiedere continuamente a dio di illuminarci il cuore, chiedere ai più sapienti tra i sapienti.

L’ultimo sussurro fraterno che vi faccio è quello di non partire mai dai casi particolari, dalle eccezioni, prima si studia la cosa nella sua “regolarità”, poi arrivano i: se questo e se quello…

Che dio ci faccia il dono del sapere, quello della pratica e che Egli accetti da noi.

Fonte: Arabeggiando.wordpress.com

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  1. Io e il mio niqab | Al Ghurabaa Magazine per la Donna Musulmana

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