Dietro il niqab – Intervista

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niqab2Intervista rilasciata due anni fa da una sorella che indossa il niqab ad alcune studentesse di Lavoro Sociale alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) in Ticino.

Ti va di raccontarci la tua storia? Chi sei?

Mi chiamo Khadija. Sono italiana tornata all’islam grazie a Dio 13 anni fa.

Com’è composta la tua famiglia?

Siamo io mio marito e due figlie di 1 e 12 anni

Da dove vieni?

Sono italiana

Com’è la tua vita qui in Italia?

Conduco una vita ritirata molto tranquilla, in famiglia.

In particolare come vivi la tua religione, la tua cultura nel contesto italiano?

Personalmente abbastanza bene, attualmente, ma arrivare a questa tranquillità non è stato facile.

Ti senti accettata?

A parte la mia famiglia di origine, le persone che mi conoscono hanno accettato le mie scelte: la mia religione e il mio velo. Ovviamente quando giro per strada la gente si gira a guardarmi, qualcuno forse blatera qualcosa tra i denti, ma io non ci faccio nemmeno caso.

Ci racconti come si svolge la tua vita (ruolo e funzione) all’interno delle mura domestiche?

Fino allo scorso giugno ho continuato a collaborare a distanza con lo studio di architettura in cui lavoravoprima del velo e a fare altri lavori inerenti la mia professione di architetto, ma occupandomi personalmente della formazione di mia figlia grande attraverso un progetto di scuola familiare e con l’impegno della bimba piccola attualmente mi risulta difficile gestire il tempo e vorrei dare la priorità alla nostra formazione islamica.

Qual è il tuo ruolo di donna e madre all’interno della famiglia?

Ovviamente, come tutte le donne musulmane e non, mi occupo delle faccende domestiche e della cucina, ma so che il mio ruolo fondamentale non è questo: mio marito se la caverebbe alla grande anche senza di me per queste cose e, quando può, mi aiuta in tutto seguendo l’esempio del profeta Muhammed, pace e benedizione su di lui.

La donna musulmana all’interno della famiglia ha un ruolo di grande responsabilità perché è lei che educa i figli, che passa il tempo con loro, che li istruisce e che fa loro da esempio costantemente.

Se una donna è attiva, intellettualmente viva, coinvolgente, propositiva e curiosa, anche i figli nella maggior parte dei casi saranno stimolati ad esserlo. E questo processo in genere con i papà non è così forte, proprio perché il tempo condiviso è limitato.

E all’esterno delle mura domestiche?

Non esco molto: è mio marito che va a fare la spesa e si occupa delle faccende burocratiche. La maggior parte delle mie uscite sono di piacere per le passeggiate in foresta e sul lungo fiume o per andare a trovare le sorelle.

Cosa rappresenta per te il velo?

Il velo è un atto di adorazione, come la preghiera, il digiuno e l’elemosina.

Che tipo di velo porti?

Indosso il niqab.

Lo indossi fuori o in casa? Perché questa differenza?

Questa domanda mi ha fatto ridere : ). Eppure alla fine è pertinente, perché in tanti dicono: “il niqab se lo mettessero in casa, poi quando escono per strada devono rispettare le leggi italiane!” Ovviamente non ha senso velarsi in casa, ci si vela solo per la preghiera, lasciando però scoperti il viso e le mani.

Perché lo indossi e che significato ha per te?

Indosso il velo per lo stesso motivo per cui prego : ).

Tra i sapienti dell’islam ci sono due scuole di pensiero: una secondo cui il niqab è obbligatorio (e quindi secondo cui tutte le musulmane dovrebbero portarlo) e una secondo cui è fortemente consigliato. Nessun sapiente, nessun vero studioso, oserebbe mai dire che il niqab non fa parte dell’islam e che è solo una tradizione dei popoli arabi come purtroppo si è sentito dire. La verità è che ci sono pressioni politiche di mezzo e che la politica e i media danno voce solo a persone che non hanno le competenze per poter parlare di queste cose. Esiste invece una scienza, che si chiama appunto scienza islamica, di cui ogni musulmano dovrebbe conoscere almeno le basi per praticare la propria religione e i dettagli per poter pretendere di parlare con la gente a proposito di cose che riguardano la religione.

Il velo lo vivi come elemento distintivo della tua religione o della tua cultura (tradizione)?

Da italiana, la mia tradizione sarebbe il tailleur, forse ; )

Come ti senti nel vivere il rapporto con gli altri che ti vedono con il velo?

Disinvolta : )

Quali sono le tue sensazioni ed emozioni quando esci di casa?

Quelle di una donna qualsiasi che esce di casa.

Hai mai avuto delle discussioni con italiani in merito alla tua scelta di portare il velo?

Sì, ma solo con i miei.

Eventuali discussioni pensi siano dovute al tuo volto in parte coperto, a dei pregiudizi, o altro?

Le discussioni con i miei genitori sono iniziate già quando ho iniziato a coprire i capelli con i foulard colorati pieni di paillettes. Ovviamente adesso mi dicono che preferirebbero che indossassi una tenuta più moderata, ma la verità è che non mi accettavano comunque. Non accettano il fatto che io abbia cambiato religione.

Pensi ci sia ignoranza nei confronti della tua cultura?

Penso che ci sia molta ignoranza nei confronti dell’Islam. Possiamo ignorare tranquillamente la cultura dell’altro, non fa niente. Comunque sia le culture vengono rispettate perché hanno un ché di folkloristico e assimilabile. La religione, l’Islam, invece spaventa, perché si capisce anche a distanza che non è un nuovo colore da aggiungere alla gamma dei colori delle tendenze di moda per quest’anno, ma una scelta di vita che ti impone un out-out, e chi ha il coraggio di mettersi a confronto con uno sconvolgimento così profondo del proprio modo di vivere, delle proprie convinzioni, della propria cultura?

Ti senti integrata?

L’integrazione non è un problema dei singoli, è un problema delle istituzioni. Manderei mia figlia a scuola, al posto di fare homescooling, per esempio, se la scuola italiana accettasse l’idea di fare anche scuole femminili e concedesse a me e ad altre mamme la possibilità di interagire con il corpo docente, studiando insieme l’alternativa ai programmi ministeriali per alcune materie o per il modo di trattare alcuni argomenti. So che questo è possibile, perché lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo, ma ho dovuto tirar via mia figlia dagli istituti per ottenere questo ascolto, e questo non è bello.

Ti sei mai sentita discriminata?

Sì, mi è successo.

Hai rapporti di amicizia con degli italiani/delle italiane?

Certo. Continuo a sentirmi con le mie amiche dei tempi dell’università e con quelle con cui uscivo quando non ero ancora musulmana. Loro mi vedono un po’ come la loro confidente saggia, che ha sempre un consiglio buono da dare, un sorriso e un po’ di tranquillità.

Come pensi ti vedono gli altri (con che sguardo)?

Le mie amiche mi vedono sempre con lo stesso sguardo, la gente che non mi conosce probabilmente mi vede come una povera donna ghettizzata e oppressa che il cattivissimo marito barbuto costringe a coprirsi tutta e che invece amerebbe uscire in minigonna e tacchi a spillo ma non può… poverina! Non so come mi vedono : ).

Come vedi tu gli italiani?

Così come sono. Ogni persona ha la sua particolarità.

Come si comportano le istituzioni nei tuoi confronti? (docenti, politici, funzionari,…)

Tutto dipende dal tipo di persona con cui mi capita di aver a che fare, anche le istituzioni sono fatte di persone. Ci sono quelle più rigide e tese e quelle più rilassate, ma in generali non ho grossi problemi dopo il primo impatto.

Che reazioni hanno nei confronti del tuo velo?

Una reazione molto brutta e da questa reazione si capisce tanto dell’ignoranza che c’è su questo argomento. Prima di indossare il velo ero abituata a gente che mi dava del “lei” e mi mostrava rispetto, già con il velo negli uffici pubblici hanno iniziato a darmi del tu e a trattarmi in un altro modo, adesso che indosso il niqab va forse un po’ meglio, perché non mi rivolgono più la parola : ).

Sei a conoscenza della votazione che in Ticino proibisce di coprirsi totalmente il volto? Cosa ne pensi?

Che viola la convenzione europea dei diritti dell’uomo.

È una limitazione alla libertà? È un modo di liberare la donna da un vincolo della cultura d’origine? È una lesione di un principio religioso?

E’ una contraddizione. I paesi europei non possono dirsi paesi democratici e poi vietare un atto di culto specifico di un gruppo religioso. Questa è persecuzione. Ogni anno – almeno qui in Italia – si celebra il giorno della memoria, ma evidentemente le celebrazioni non servono a niente, solo a fare retorica. E’ una questione che devono risolvere. Devono decidere che tipo di governo vogliono, se intendono imporre una dittatura laica sono ovviamente liberi di farlo, ma abbiano il coraggio di dircelo a chiare lettere. Non ci venissero a raccontare la frottola della “liberazione della donna musulmana”, la donna musulmana non sta aspettando i paladini europei per “autodeterminarsi”, lo fa da secoli, da molto tempo prima che in Occidente si iniziasse finalmente ad elevare la donna allo status di essere umano.